
BIOGRAFIA
Perché lo faccio...
Fare arte è sempre stata un'ambizione.
Da bambino portavo con me un taccuino ovunque e disegnavo regolarmente. Un corso di ceramica del liceo mi ha insegnato le tecniche di costruzione a mano e il lancio al volante. Successivamente, al repertorio è stata aggiunta la formulazione di smalti. In questo periodo ho studiato scultura, imparando la tecnica dello stampaggio, come intagliare nel legno e creare con il gesso. Si è laureato in pittura al Pratt Institute di New York e ha completato gli studi universitari al Philadelphia College of Art. Il mio primo lavoro maturo, attingendo ad esempio ai geroglifici Navaho, incorporava tutte queste tecniche e continua a farlo.
La figura, e il ritratto, sono una preoccupazione primaria. Il soggetto va a personaggi fuori misura e marginali, personaggi ai margini, performer contemporanei e storici, trascinati in tutte le sue dislocazioni espressive. Il colore aiuta a farsi strada. Grandi tele astratte dove ritmo e colore si intersecano fanno da sfondo per arrivare alla modalità attuale. I materiali preferiti includono vernice acrilica, pastello, gesso e matita. Caratteristico è l'utilizzo di più media nel contesto di un'unica opera (preferibilmente di grandi dimensioni).
La morte di mia madre, dieci anni fa, mi ha spinto a iniziare a lavorare partendo da vecchie fotografie di famiglia. Questo ha spinto il mio lavoro in una certa direzione, in parte un tentativo di riconnettersi con i pensieri e i sentimenti dell'infanzia, ma spostandosi rapidamente oltre ciò su un terreno nuovo e sconosciuto. Questo processo ora comporta il posizionamento di una parte di un'immagine fotografica su tela e il lavoro intorno e attraverso di essa, utilizzando il colore e la linea, nonché gli oggetti trovati incorporati nell'immagine più grande. Il mio punto è mostrare il modo in cui la stessa immagine viene rimodellata e rielaborata continuamente nella mente a seconda del tempo, del sentimento, del luogo, delle circostanze e della storia personale. Il lavoro più recente continua questa esplorazione della prospettiva attraverso il collage, partendo dalla ritrattistica e passando a più immagini, frequentemente ripetute e spesso disposte come pannelli divisi all'interno del quadro più grande da strisce di legno verticali.
Il mio lavoro inizia spesso con la giustapposizione mentale del familiare con lo strano per suggerire la sovrapposizione di rituale e memoria. Lo schizzo è fondamentale per il processo, tanto quanto la selezione e la ricombinazione di materiali e immagini all'interno della cornice finale e finita. Una delle tecniche preferite consiste nel disegnare dentro e sopra le superfici dipinte come mezzo per ridefinire la forma totale e i vari gesti coinvolti nella composizione finale. Il primo obiettivo è l'immediatezza, il secondo l'integrità visiva, mirando sempre a creare non solo un'immagine - piatta, unidimensionale, controllata - ma un evento visivo o spirituale, trascinando lo spettatore in sentimenti altrimenti sopiti o non considerati.